"Ci vuole cultura e struttura. Ci vuole un’organizzazione, radicata e flessibile, giovane e coraggiosa: un soggetto politico che si metta in rete con tutte le esperienze innovative, e che tessa il filo delle idee e delle passioni autentiche. " (dal Manifesto fondativo di Sinistra Ecologia Libertà)


mercoledì 1 giugno 2016

SENZACHIEDEREPERMESSO





mercoledì 8 giugno 2016 ore 21 presso il salone del Circolo Aurora
proiezione del film (INGRESSO LIBERO)

Serata organizzata da SEL - SI Collegno e dall'associazione Ad Ovest di Treviri.
All'ingresso del salone del circolo Aurora (via Bendini 11 Collegno) sarà possibile firmare per i referendum e le iniziative di legge promossi dall CGIL.

SENZACHIEDEREPERMESSO
di Pietro Perotti e Pier Milanese, Italia 2014, 95’, prodotto da Cinefonie con il contributo della CGIL FIOM di Torino e Piemonte.

La storia di Pietro Perotti, operaio alla Fiat Mirafiori dal 1969 al 1985. Pietro si occupa da subito di comunicazione in fabbrica realizzando adesivi, giornali murali, scritte e disegni nei bagni, pupazzi di cartapesta e gommapiuma, che facevano diventare i cortei "teatro di strada". E con la sua cinepresa super8 riprende situazioni e lotte operaie a Mirafiori dal 1974 a oggi.




Pietro Perotti, ha partecipato a tutte le lotte operaie occupandosi di comunicazione all’interno della fabbrica. Con la sua cinepresa super8 ha ripreso cortei e picchetti. Grazie a questo materiale inedito il film dipinge un affresco di vita operaia in quella che è stata la più grande fabbrica metalmeccanica d’Europa. Il documentario racconta il clima di grande partecipazione e condivisione che si respirava nella Torino di quegli anni, dove le conquiste operaie contaminavano e venivano contaminate da ampi strati della società, anche in contrapposizione ad una vulgata dei media che ricorda il decennio delle lotte operaie dal 1969 al 1980 solo per i fatti di terrorismo e per la marcia dei Capi, diventata poi ”la marcia dei quarantamila”, simbolo della sconfitta operaia del 1980. Senzachiederepermesso ripercorre la ricchezza delle forme di comunicazione espresse direttamente dagli operai, senza mediazioni: dalle dinamiche dei cortei interni con l’autocostruzione di fischietti, trombe e tamburi, ai mezzi di comunicazione visiva e scritta come gli adesivi applicati alla catena di montaggio, i manifesti e i giornali murali, per arrivare alle nuove modalità comunicative, i pupazzi in cartapesta e gommapiuma che hanno fatto diventare i cortei “teatro di strada”. Pietro, operaio e cineasta, è, all’interno della fabbrica di Mirafiori, punto aggregante e motore di tutte queste forme di comunicazione antagonista, e attraverso le sue invenzioni e realizzazioni diventa l’espressione più completa della storia della “classe operaia più forte del mondo”.

Pier Milanese, da almeno un trentennio, si occupa di produzione e post-produzione cinematografica (in pellicola e video) su un terreno di impegno militante in quel di Torino. Mentre Piero Perotti, oggi ufficialmente pensionato, è una delle memorie storiche della classe operaia piemontese e delle azioni sindacali e sociali, messe in atto per migliorarne le condizioni di lavoro e di esistenza e per contrastare le “bronzee leggi” del capitale, fin dagli anni sessanta. Insieme e nel corso di diversi anni hanno raccolto una serie di materiali straordinari sulla lotta di classe a Mirafiori, fuori e dentro la fabbrica, tra il luglio del ’69 e l’autunno del 1980. Molte immagini, collezionate all’interno del film, provengono dalla cinematografia militante di quegli anni, ma ciò che costituisce il cuore di questo documento audiovisivo è dato dalle immagini “rubate” dallo stesso Perotti alle manifestazioni operaie e ai cancelli dello stabilimento Fiat con la piccola cinepresa portatile che aveva deciso di procurarsi proprio a tale fine. In un’età di tablet, smart-phone, telecamere portatili o miniaturizzate in qualsiasi cellulare e di selfie, ci si dimentica troppo facilmente quanto fosse difficile, qualche decennio addietro, documentare gli eventi. Anche quelli che, a differenza di quelli fin troppo documentati di oggi, erano destinati a cambiare il rapporto tra le classi a favore dei diseredati. Tra il 1969 e gli anni settanta, la classe operaia di uno dei più grandi stabilimenti automobilistici del mondo cambiò le regole del gioco. Le immagini del film ce ne trasmettono tutta la potenza, la creatività, anche la violenza spesso sufficientemente espressa, quest’ultima, più in potenza che in atto. La classe operaia torinese fu, in quegli anni, l’epicentro di uno scontro globale che fece tremare le fondamenta dell’edificio costruito sulla base dello sfruttamento di classe. Per questo, più tardi nel 1980, avrebbe dovuto pagare un prezzo altissimo. Avrebbe dovuto essere spogliata della sua capacità di resistenza, organizzazione ed iniziativa, politica e sindacale, per essere restituita, nuda, alle sue condizioni iniziali di sottomissione e dipendenza dall’iniziativa avversaria. Il film documenta benissimo tutto questo, in maniera spesso commovente, soprattutto per chi ha vissuto quegli anni alle porte della FIAT. (Sandro Moiso, www.carmillaonline.com)